La Biennale di Venezia 2017. Il “mondo magico” del padiglione Italia

La guida alla visita del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2017.

La Biennale di Venezia 2017 ha regalato attimi di pura bellezza con il padiglione Italia, curato da Cecilia Alemani: ecco la guida alla visita.

La Biennale di Venezia 2017 non ha tradito le aspettative dei tantissimi visitatori che hanno deciso di concedersi una gita fuori porta, alla scoperta dell’eccellenze dell’arte contemporanea internazionale. Il “magico mondo” del padiglione Italia, curato dalla talentuosa Cecilia Alemani, ha conquistato il pubblico, trasportandolo in una dimensione quasi onirica, in cui sono spiccate le installazioni di Roberto Cuoghi, Adelita Husni-Bey e Giorgio Andreotta Calò.

Biennale di Venezia 2017, padiglione Italia: il progetto di Cecilia Alemani

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Il “mondo magico” di Cecilia Alemani, ospite nel padiglione Italia, ha portato di nuovo il valore della creatività e della magia al centro dell’Arsenale di Venezia. Costituito da ben tre spazi, all’interno dei quali sono stati strutturati gli allestimenti “Imitazione di Cristo” di Roberto Cuoghi, “The Reading/La Seduta” di Adelita Husni-Bey e “La fine del mondo” di Giorgio Andreotta Calò, questo tempio dedicato all’arte colpisce immediatamente per l’assenza di luce. I tre artisti selezionati si sono serviti di un linguaggio globale, interpretando alla perfezione, come richiesto dalla curatrice, la location, un magazzino per il carbone costruito a fine ottocento di duemila metri quadri. Le loro opere site specific hanno il grande merito di aver costruito un dialogo con la struttura ospitante, coinvolgendo il visitatore in un percorso emotivo, oltre che esperienziale.

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Il “mondo magico”: guida alla scoperta delle opere

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Tra gli artisti selezionati spicca il nome di Roberto Cuoghi, molto apprezzato per il suo talento visionario e camaleontico, capace di stupire il visitatore: è proprio la sua installazione ad accogliere il pubblico all’interno del padiglione Italia, portandolo per mano alla scoperta di un percorso luminoso. Un calco, ad imitazione della figura di Cristo, in lega con anima in silicone, mette ancora una volta il corpo al centro della sua espressione artistica.

Il secondo spazio è quello di Adelita Husni-Bey e mantiene la caratteristica dell’assenza di luce di quello precedente. A differenza del primo però, è essenziale negli elementi allestitivi: accoglie lo spettatore un megaschermo su cui scorrono immagini di un gruppo di persone che dialogano in inglese, con sottotitoli in italiano.

Una scalinata di fronte allo schermo permette, a chi desidera vedere tutta la videoproiezione, di sedersi a guardare, senza limiti di tempo.

Ma qual è il racconto della Husni-Bey? L’artista ha vissuto per circa un anno a New York e lì ha realizzato un laboratorio sperimentale dedicato ai ragazzi: il suo obiettivo è quello di costruire una riflessione sui concetti di classe, razza e genere e pare proprio che ci sia riuscita in grande stile. A concludere questo percorso di visita all’interno del padiglione Italia, c’è il terzo ed ultimo spazio in cui si sviluppa l’installazione monumentale dell’artista Giorgio Andreotta Calò.

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Intitolata “La fine del mondo”, questa opera è strutturata sulla base di due componenti: il buio e un mare di tubi. Il miraggio è quello di una distesa d’acqua in cui si riflette il soffitto del padiglione, ribaltandosi nel suo stesso riflesso: il visitatore potrà quindi riflettere sulla tematica dello sdoppiamento e della connessione tra due mondi, quello degli inferi e quello della realtà terrena. Il “mondo magico” del padiglione Italia è senza dubbio un successo all’interno della Biennale di Venezia 2017: un’esperienza immersiva a cui ogni persona può lasciarsi andare.

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